Dialoghi sul futuro della Valle Brembana

Il 25 febbraio 2017 si è tenuto presso l’ oratorio di Piazza Brembana grazie all’associazione BergamoEuropa e all’ Università degli Studi di Bergamo un workshop dal titolo:

Dialoghi sul futuro della Valle Brembana – Sviluppiamo un pensiero comune tra gli attori locali e le istituzioni per rilanciare il futuro della Valle.

L’occasione ha visto la partecipazione di oltre 70 persone in veste di stakeholders, tra le quali rappresentanti della politica, delle Amministrazioni locali, dell’Università, della Società Civile, dell’ Imprenditoria, delle Parrocchie.

L’ intento, oltre a definire azioni concrete per il rilancio della Valle, è stato quello di promuovere la collaborazione e un pensiero comune tra i vari Attori coinvolti, che troppo spesso nel nostro contesto agiscono ignari gli uni degli altri, dispendendo così forze e preziose risorse.

Sono state individuate tre aree tematiche, sviluppate su tavoli distinti. Pubblichiamo in questa sede parte del documento di sintesi della giornata.

1 Il lavoro – Quale futuro produttivo per la Valle Brembana?

Alessandro Perin, Osservatorio Vallare sul Lavoro;
Marco Milesi, Sindaco di San Giovanni Bianco (relatore);
Alberto Brugnoli, Università di Bergamo (coordinatore del tavolo).

La Val Brembana presenta caratteristiche, criticità e risorse proprie di un territorio montano. Partendo dalla lettura di alcuni dati, si è cercato di fornire un quadro della situazione socio-demografica ed economica della Valle al fine di avviare una riflessione che esprimesse obiettivi perseguibili nel medio-lungo periodo.
Dal tavolo di lavoro è emersa in maniera preponderante la necessità di potenziare le seguenti infrastrutture:

  • Tecnologiche, per accelerare il processo di modernizzazione della Valle Brembana ed estendere la banda larga a tutte le aziende e i soggetti interessati;
  • Viabilistiche, concretizzando gli interventi già finanziati e/o progettati (es. Villa d’Almè-Paladina-Treviolo e variante di Zogno);
  • Organizzative, attraverso lo sviluppo di reti d’impresa inclusive anche delle piccole imprese;
  • Formative, per orientare l’offerta formativa su un orizzonte temporale di medio/lungo periodo e in stretta sinergia con le imprese del territorio e le esigenze del mondo del lavoro.

Inoltre dal tavolo è emersa una riflessione riguardante il ruolo degli enti locali. Innanzitutto, essi dovrebbero coordinare la pianificazione degli strumenti urbanistici, con particolare attenzione agli aspetti economici e sociali della Valle. In secondo luogo, gli enti locali potrebbero coordinare in maniera più efficace i vari attori presenti sul territorio, rafforzando la propria capacità di programmazione sovra comunale per ottimizzare le risorse economiche a disposizione, avere una visione di lungo periodo sullo sviluppo dei servizi (scuole, servizi sanitari, ecc), riducendo i campanilismi e sviluppando un brand di valle (ad es. nei settori manifatturiero, turistico, alimentare, etc.).

2 L’ambiente, il territorio, le infrastrutture – Quale visione territoriale per la Valle Brembana?

Filippo Simonetti, Associazione BergamoEuropa;
Natale Carra, Bergamo Europa (relatore);
Fulvio Adobati, Università di Bergamo (coordinatore del tavolo).

In un momento in cui le prospettive di lavoro sembrano allontanarsi dalla montagna, risucchiate dai fondovalle e attratte dai territori del basso, è opportuno che le comunità vallari alzino lo sguardo per immaginare nuovi scenari e tradurli in un’agenda sperimentale che disegni il ruolo della valle nel XXI secolo.

Durante il lavoro di gruppo, i seguenti temi sono emersi come rilevanti:

  • Digitale: importanza del web, della digitalizzazione per la creazione di una rete unitaria, far conoscere agli attori del territorio e valorizzare gli strumenti già presenti in Valle come lo Sportello telematico, il Geoportale della CMVB, “visitbergamo.it”, la piattaforma digitale del Distretto del commercio, etc. Inoltre, a partire dalle imprese agricole dedite dell’agriturismo si potrebbe sviluppare una piattaforma comune per gli operatori.
  • Coesione sociale: offrire opportunità per la popolazione anziana, sia locale, ma anche come occasione di ospitalità dedicata.
  • Imprenditorialità: valorizzare la ricchezza delle piccole imprese, alle quali occorrono servizi integrati, centri di coordinamento per valorizzare un patrimonio storico e ambientale inestimabile. Al riguardo occorre porre attenzione all’attaccamento al territorio e alle aggregazioni esistenti come le parrocchie ad esempio. Risulta interessante ispirarsi ad altre zone montane vitali.
  • Patrimonio storico-culturale e turismo:
    • Occorre valorizzare la vicinanza con l’area metropolitana, le ricchezze culturali storiche del territorio Bergamasco, e le ricchezze del “turismo di prossimità” (si pensi, ad esempio, che le iscrizioni più antiche della bergamasca sono a Carona, in alta valle, che in valle sono presenti 6 mila km di sentieri già mappati per la mountain bike, etc.)
    • L’edilizia potrebbe essere ispirata all’eco-sostenibilità.
  • Infine si è sottolineata la necessità che momenti di confronto come il presente Workshop possano diventare sistematici.

3 Il dialogo e la collaborazione tra le forze  – Quali forme di collaborazione per gli Enti Locali della Valle Brembana?

Giovanna Galizzi, Università di Bergamo (relatore);
Alessandro Gotti, Vice Sindaco di Sedrina (coordinatore del tavolo);
Silvia Rota – Università degli Studi di Bergamo.

La riduzione di risorse destinate agli enti locali montani e la necessità di rispondere ai fabbisogni di cittadini e imprese della Valle sempre più eterogenei e complessi obbligano le amministrazioni a pensare, progettare e riprogettare costantemente i propri servizi pubblici. Il rafforzamento delle forme di collaborazione tra enti locali, pertanto, sembra essere l’unica strategia percorribile per migliorare la qualità dell’offerta e costruire l’infrastruttura pubblica indispensabile per lo sviluppo futuro della Valle.

Le parole chiave emerse nel gruppo di lavoro sono state: attrattività, risorse, servizi.

  • Attrattività: una rinnovata capacità del territorio di gestire non solo l’esistente e l’ordinario ma di essere attrattivo verso l’esterno per invertire il trend di declino in atto.
  • Risorse: strutturalmente in calo, in termini di trasferimenti e la necessità di agire sulla base di progettualità più ampie (intercomunali) per andare a catturare le risorse dagli enti superiori. Solo una progettualità di più alto livello può competere al fine di reperire risorse che vengono assegnate solo ai progetti più trasversali e integrati. Risorse non solo finanziarie ma anche umane (dipendenti) anche queste strutturalmente in calo e con esse la necessità per gli enti locali di riorganizzarsi per la gestione sia dei servizi amministrativi che di quelli rivolti alla cittadinanza.
  • Servizi: è nei fatti la pressione sulla capacità di erogazione dei servizi da parte dei comuni per la carenza di risorse. Siamo arrivati alla necessità di decisioni non più differibili che comporteranno una profonda ristrutturazione nella modalità di erogazione dei servizi. Una via possibile è quella dei poli di erogazione di servizi (scolastici e sociali per esempio) e degli uffici amministrativi accentrati (tra più Comuni) per la gestione delle attività burocratiche ma decentrati nella attività di rapporto con il pubblico. Si tratta come detto di scelte ormai non più differibili, la non scelta pone a rischio la stessa esistenza di questi servizi.

Molte sfide, per combattere quello che è stato definito come il lento declino (demografico e non solo) della Valle, con la certezza che solo le progettualità di più ampio respiro e che sappiano essere attrattive verso l’esterno possano rappresentare una vera svolta.

Conclusioni dei lavori e saluti finali

On. Antonio Misiani, Camera dei Deputati

Desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di questa giornata seminariale organizzata dall’associazione BergamoEuropa e l’Università degli studi di Bergamo. Antonio Gervasoni, innanzitutto, ma anche i relatori e tutti coloro che hanno partecipato e contribuito.
Credo che ognuno di noi oggi abbia potuto usufruire di una importante occasione di confronto interdisciplinare.
Le relazioni di apertura hanno evidenziato bene i problemi di cui soffre la Valle: il declino demografico, innanzitutto, con il crescente invecchiamento della popolazione e l’abbandono di tanti giovani che decidono di andare a studiare, a lavorare e a vivere altrove. Il rischio di declino economico e produttivo: la Valle ha sofferto negli anni più recenti una vera e propria desertificazione industriale, accelerata negli anni della crisi. Ci sono realtà industriali che hanno retto e che sono cresciute, ma sono tante le aziende storiche della Valle che hanno chiuso i battenti cancellando centinaia e centinaia di posti di lavoro. La frammentazione istituzionale, infine: i 37 comuni dell’Alta Valle, gelosi della propria storia e della propria autonomia ma troppo piccoli per essere in grado di cogliere le economie di scala nei servizi pubblici e di implementare politiche pubbliche di area vasta.
Il declino, però, non è un destino ineluttabile. Ci sono non pochi esempi in Italia di realtà montane che hanno saputo contrastare e invertire la tendenza all’indebolimento demografico, economico e sociale. Il Trentino Alto Adige è, da questo punto di vista, un caso di scuola, anche se conta tanto il regime di autonomia speciale di cui godono le province di Trento e di Bolzano. Ci sono esempi interessanti di buone pratiche anche nelle regioni a statuto ordinario.
Il sindaco di San Pellegrino ci ha ricordato i tanti grandi progetti che sono stati promossi o anche solo immaginati in questi anni e che dobbiamo portare a compimento. La variante di Zogno, innanzitutto, il cui completamento è cruciale per le scelte di investimento di alcuni operatori privati. Il nodo di Ponte Secco, che strozza la viabilità all’ingresso di Bergamo. La Villa d’Almè-Paladina-Treviolo. La rete a banda larga, che ormai è importante come le infrastrutture stradali nel determinare l’insediamento delle nuove attività produttive sul territorio. I progetti di Percassi a San Pellegrino.
Tutte queste grandi opere hanno bisogno di una stretta e continua collaborazione tra le istituzioni pubbliche a tutti i livelli. Comuni, Provincia, Regione, parlamentari. Quando abbiamo saputo mettere in campo questa rete i risultati sono puntualmente arrivati. Il gioco di squadra tra i rappresentanti istituzionali è un elemento fondamentale per cogliere tutte queste opportunità.
Abbiamo evocato più volte il futuro della Valle, questa mattina. Personalmente, credo che lo scatto in avanti di cui abbiamo bisogno dipenda da un cambio culturale da parte di tutti gli attori interessati.
Abbiamo bisogno di una cultura della progettualità e della cooperazione, sia per le grandi realizzazioni che per le iniziative diffuse sul territorio. Il prolungamento della tramvia è un terreno dove costruire e sperimentare questa nuova cultura. In Val Seriana attorno al prolungamento della T1 è nato un comitato di cittadini che raccoglie amministratori locali, imprenditori, esponenti della società civile di tutta la Valle. E’ un gruppo di pressione nato per spingere un progetto percepito come decisivo per il futuro di quel territorio. Sarebbe importante che una iniziativa analoga venisse promossa anche in questa Valle attorno alla realizzazione della T2, sollecitando i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli a darsi da fare a Milano e a Roma per reperire finanziamenti e aprire la strada a questo grande progetto infrastrutturale. Abbiamo bisogno, allo stesso modo, di una cultura della cooperazione sul territorio. Ho messo volutamente l’accento sulla frammentazione istituzionale come uno dei problemi che la Valle ha di fronte a sé. Va affrontato dal basso, evitando le suggestioni che ogni tanto si riaffacciano di fusioni dei comuni “coatte”. La riorganizzazione degli enti locali imposta dall’alto l’abbiamo sperimentata negli anni del fascismo e non ha funzionato. Ciò non vuol dire che non si possa e non si debba fare nulla. Perché non immaginare un “piano industriale” di riorganizzazione dell’offerta dei servizi comunali a livello di alta Valle? Questa progettualità potrebbe partire dal basso, dagli amministratori locali che il territorio lo vivono quotidianamente.
Proprio gli amministratori locali sono, a mio giudizio, la grande scommessa per il futuro. In Valle Brembana si è affacciata una nuova generazione di sindaci e di assessori molto promettente. Sono amministratori con una mentalità più aperta all’innovazione rispetto a chi li ha preceduti. Sono attenti alle buone pratiche e alle esperienze di altre parti d’Italia, hanno gli strumenti per fare quel cambio di passo che serve alla Valle. Dobbiamo metterli in rete, farli dialogare tra di loro e con i rappresentanti istituzionali a Milano e a Roma.
Questa mattina eravamo presenti io e Jacopo Scandella, consigliere regionale del PD. Ci mettiamo a disposizione, insieme ad altri nostri colleghi, per percorrere insieme questa strada di collaborazione.
Sono questi i motivi che rendono utile dare continuità all’iniziativa di questa mattina. I dialoghi sul futuro della Valle Brembana non devono finire oggi, devono andare avanti. Sta a noi organizzare un prossimo appuntamento con l’obiettivo di approfondire e consolidare gli spunti che sono emersi in questa bella giornata seminariale”.